I dati di qualità dell’aria pubblicati quotidianamente dall’ARPAB, sono oggetto
di una procedura di verifica a partire dall’acquisizione del dato in remoto dagli
undici siti di misura fino all’analisi, validazione e diffusione delle informazioni.
A completamento di queste attività, l’ARPAB ha elaborato un indicatore, l’indice
di qualità dell’aria (IQA), che descrive in maniera semplice e sintetica lo stato
dell’ambiente atmosferico, correlando la qualità dell’aria ai livelli di rischio
per la salute umana.
L’indice di qualità dell’aria è il sistema proposto dall’Agenzia per la protezione
dell’ambiente americana - E.P.A..
La US Environmental Protection Agency (E.P.A.) considera cinque inquinanti atmosferici:
ozono, particolato, monossido di carbonio, biossido di zolfo e biossido di azoto.
Per ognuno di essi, l’E.P.A. ha suddiviso la scala dell’IQA in sei categorie, in
funzione dei livelli di rischio per la salute umana.
L’ARPAB ha scelto di utilizzare la procedura consolidata dall’E.P.A. per i seguenti
inquinanti che producono effetti nel breve termine per la salute umana: particolato
(PM10), biossido di azoto (NO2) e ozono (O3). Sono stati esclusi il monossido di
carbonio (CO) e il biossido di zolfo (SO2), le cui concentrazioni sono costantemente
e ampiamente al di sotto dei limiti di legge.
Sulla base di studi e pubblicazioni note, sono stati estrapolati i livelli di preoccupazione
e rischio per la salute umana in relazione all’indice di qualità. (Più alto è il
valore dell’indice di qualità dell’aria, maggiore è il livello di inquinamento e
maggiore è la preoccupazione per la salute).
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