Il rapido diffondersi dell’uso di telefoni mobili e delle necessarie stazioni di
trasmissione ad essi correlati, ha ovviamente suscitato timori per eventuali effetti
nocivi sulla salute. Per tal motivo la comunità scientifica ha dedicato un’attenzione
sempre crescente allo studio degli effetti ambientali e sanitari legati all’utilizzazione
di apparecchiature che emettono campi elettromagnetici. Gli effetti che un’esposizione
ai campi elettromagnetici esterni provoca nel corpo umano e nelle sue cellule dipendono
dalla frequenza dei campi e dalla loro intensità. I campi magnetici a bassa frequenza
(elettrodotti, elettrodomestici, computer) inducono la circolazione di correnti
all’interno del corpo umano. L’intensità delle correnti indotte dipende dall’intensità
del campo induttore e dall’ampiezza del circuito entro cui fluisce la corrente.
Se sufficientemente alte, queste correnti possono causare la stimolazione di nervi
e muscoli. Alle alte frequenze (radiofrequenze) i campi penetrano soltanto per una
breve profondità dentro il corpo. L’energia di questi campi è trasformata in movimento
molecolare; l’attrito tra le molecole in rapido movimento porta ad un aumento della
temperatura corporea.
RICERCA SCIENTIFICA E SUE CONCLUSIONI
La ricerca scientifica sugli effetti sanitari dei campi elettromagnetici si basa
su studi epidemiologici, su animali ed in vitro. Sono stati esaminati molti effetti
sanitari, da difetti nella riproduzione a malattie cardiovascolari e neurovegetative,
ma le evidenze più consistenti, a tutt’oggi, riguardano la leucemia infantile. Sulla
base di quanto detto, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC)
ha riconosciuto che ci potrebbe essere un nesso tra il vivere in prossimità di elettrodotti
e l’insorgere di forme di leucemia infantile. Utilizzando la classificazione standard
della IARC, i campi magnetici prodotti a bassa frequenza sono stati classificati
come “FORSE CANGEROGENI PER L’UOMO”. Per rendere il concetto, si sottolinea il fatto
che il caffè è stato anch’esso classificato come “forse cancerogeno per l’uomo”.
Per quanto riguarda i campi ad alta frequenza, i dati disponibili fino ad oggi suggeriscono
che l’esposizione ai campi di bassa intensità (telefonini e stazioni radio base)
non provochi effetti dannosi per la salute. La ricerca attuale è volta a capire
se esposizioni prolungate a bassi livelli di campi a radiofrequenza, troppo bassi
per provocare aumenti apprezzabili di temperatura corporea, possano causare effetti
sanitari. Di recente, diversi studi epidemiologici su utenti di telefoni mobili
non hanno trovato evidenze convincenti di aumenti del rischio di tumori cerebrali.
Tuttavia, la tecnologia è troppo recente per escludere la possibilità di effetti
a lungo termine. E’ dunque prassi comune applicare il principio di precauzione,
che impone che i valori di campo elettromagnetico siano tenuti ai livelli più bassi
possibili, compatibilmente con l’efficienza del servizio, al fine di minimizzare
l’esposizione della popolazione. Tale principio è stato ovviamente fatto proprio
dal legislatore che ha fissato dei valori limite per l’ampiezza del CEM in funzione
della frequenza e delle caratteristiche del sito ( vedi per es. DPCM 08/07/2003).
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