Il Radon (Rn) è il più pesante dei gas nobili esistenti in natura, chimicamente inerte, incolore ed inodore. L’isotopo Rn-222 è uno dei “discendenti” radioattivi della serie naturale di decadimento dell’Uranio-238 e rappresenta l’unico elemento in forma gassosa di questa serie. Caratterizzato dal suo peso atomico elevato, risulta “naturalmente” radioattivo con emissione di particelle alfa, con un tempo di dimezzamento di circa 3.8 giorni, sufficientemente lungo per potersi accumulare in grandi quantità, in ambienti chiusi. Per questo motivo, quando si parla di radon, ci si riferisce sempre all’isotopo Rn-222.
In natura il Radon è generato dal decadimento del Radio-226, che a sua volta fa parte della progenie di decadimento dell’Uranio-238, il quale è presente nelle rocce e nel suolo dalla nascita del pianeta (l’ U-238 ha un tempo di dimezzamento di circa 4,5 miliardi di anni). Pertanto il Radon è ubiquitario e poiché è un gas inerte, riesce a infiltrarsi nelle porosità o micro-fratture delle rocce fino a liberarsi nell’aria, accumulandosi negli ambienti chiusi (radon indoor). Altra fonte importante di radon indoor è costituita dai materiali da costruzione, soprattutto se prodotti con materiali di origine vulcanica, porosi e con alto tenore di Radio come la pozzolana e materiali tufacei in genere. Inoltre il radon può anche essere presente in quantità rilevanti nelle acque sorgive avendo una discreta solubilità in acqua. Si stima che il radon sia responsabile di oltre il 50% delle esposizioni umane alla radioattività naturale.
La pericolosità del radon indoor è dovuta soprattutto agli isotopi radioattivi discendenti (prodotti nella sua catena di decadimento), in particolare Polonio-218, Polonio-214 e Polonio-210 (che sono anch’essi alfa emettitori). In particolare, questi sono isotopi metallici, che si attaccano al pulviscolo presente in aria e si depositano nell’epitelio bronchiale rilasciando dose di radiazione interna. In caso di esposizioni intense e prolungate le dosi rilasciate possono indurre tumore polmonare. Secondo lo IARC, il Radon “evidenzia sufficiente cancerogenicità per l’uomo” ed è al secondo posto per rischio, dopo il fumo di sigaretta.
Normativa sui controlli in materia di esposizione al radon
Il 27 agosto 2020 è entrato in vigore il D.Lgs. n. 101/2020 che ha recepito la Direttiva 2013/59/Euratom, con cui è stata sostituita e abrogata la gran parte della precedente legislazione in materia di radioattività. In particolare è stato abrogato il precedente Decreto Legislativo 241/2000 che regolamentava i controlli in materia di esposizione al radon nei luoghi di lavoro.
Con il D.Lgs. 101/2020 vengono introdotte importanti novità e vengono ridotti i limiti tollerati di concentrazione media annua di attività di Radon in aria (Livello di Riferimento). Inoltre vengono contemplati sia i luoghi di lavoro che le abitazioni.
- ABITAZIONI: Per quanto riguarda le abitazioni esistenti è stato fissato un Livello di Riferimento pari a 300 Bq/m3, mentre per le nuove abitazioni il livello di riferimento sarà ridotto a 200 Bq/m3 a partire dal 31/12/2024.
- LUOGHI DI LAVORO: Per quanto riguarda gli ambienti di lavoro, il Livello di Riferimento è di 300 Bq/m3. In caso di superamento del Livello di Riferimento la norma prevede che l’esercente è tenuto a porre in essere misure o azioni correttive intese a ridurre le concentrazioni di radon ai livelli più bassi ragionevolmente ottenibili. Vi è obbligo di misura nei luoghi di lavoro sotterranei ma anche ai pian terreni nelle cosiddette Aree Prioritarie (da determinare secondo quando previsto all’art. 11 del D.Lgs. 101/2020), nonché in “specifici luoghi di lavoro,” che saranno individuati nell’ambito del Piano nazionale d’azione per il radon, e negli stabilimenti termali.
Monitoraggio ARPAB delle concentrazioni di Radon indoor
La sede ARPAB di Potenza è dotata di un laboratorio attrezzato per effettuare misure di radon in aria negli ambienti chiusi.
Attualmente sono in corso misure concentrazione media annuale di radon nei plessi scolastici della Basilicata e nelle abitazioni private dei Comuni che richiedono la misura. Oltre ad effettuare un servizio a salvaguardia della salute dei cittadini e dei lavoratori, l’ARPAB raccogli dati per l’elaborazione delle Aree Prioritarie del radon in Basilicata. I dati raccolti, corredati di alcune informazioni accessorie sui luoghi di misura, vengono periodicamente trasmessi al database nazionale del radon SINRAD.
Le misure di concentrazione di radon in aria sono effettuate con rivelatori passivi a tracce nucleari CR-39 che vengono posizionati e ritirati dopo un periodo di esposizione di circa 6 mesi. I dosimetri ritirati vengono sviluppati chimicamente in laboratorio e successivamente analizzati tramite apposito microscopio ottico per il conteggio delle tracce nucleari generate dal decadimento del Radon al fine di determinare il valore di concentrazione media a cui i dosimetri sono stati esposti nel periodo di misura. In ogni punto di misura, i dosimetri vengono sostituiti dopo circa sei mesi per coprire complessivamente un periodo di misura annuale. La concentrazione media annua di radon che viene ricavata è confrontata con il Livello di Riferimento di 300 Bq/m3, da non superare ai sensi del D.Lgs 101/2020.
Oltre alle misure long-term con i rivelatori CR-39 vengono anche effettuate misure continuative short-term (su uno o più giorni) con monitore attivo e/o con Elettreti. Dette misure a breve termine hanno carattere indicativo e vengono generalmente utilizzate ai fini della realizzazione delle opere di risanamento dal radon.
Prima indagine conoscitiva dei livelli di radon nelle scuole
Nel 2018 è stata realizzata una prima indagine di screening dei livelli di radon nelle scuole della Basilicata. L’indagine ha riguardato soprattutto le scuole dell’obbligo, interessando almeno il 50% di esse in ciascun territorio comunale. Obiettivi della campagna di misure sono stati i seguenti:
- individuare le eventuali scuole con superamento del Livello di Azione di 500 Bq/m3 ai sensi della normativa allora vigente e fornire supporto per effettuare le azioni di risanamento/mitigazione del radon;
- creare un primo set di dati “rappresentativi” georeferenziati, con almeno un dato in ogni territorio comunale, da utilizzare come base di partenza per una successiva campagna di misure intensive, finalizzata alla mappatura delle Radon Prone Areas (ora Aree Prioritarie), da istituire e concordare con la Regione Basilicata.