La radioattività è un fenomeno fisico naturale che riguarda l’instabilità di alcuni nuclei atomici che si trasformano spontaneamente in altri nuclei diversi (decadimento radioattivo), emettendo al contempo particelle subatomiche e fotoni (particelle alfa, particelle beta, raggi gamma). In generale ogni specie atomica può avere più isotopi alcuni dei quali sono stabili ed altri possono essere radioattivi (radioisotopi). Se si considera ad esempio l’elemento chimico dello Carbonio, si ha che l’isotopo carbonio-12 è stabile mentre l’isotopo carbonio-14 è radioattivo e decade in Azoto-14 che è un isotopo stabile. A volte gli isotopi radioattivi possono decadere in altri isotopi a loro volta instabili, originando così una serie di radioisotopi discendenti (famiglie radioattive).
Ogni isotopo radioattivo è caratterizzato da un tempo di vita media, prima del decadimento, che può variare da alcune frazioni di secondo a miliardi di anni. Un concetto del tutto equivalente alla vita media è il tempo di dimezzamento della sostanza radioattiva. Il grado di radioattività di una data quantità di sostanza radioattiva è definita come numero di decadimenti nucleari che avvengono in un secondo e si misura in Becquerel (Bq).
Oltre alla radioattività esistente in natura esiste anche una radioattività artificiale che è generata da attività umane in cui vengono impiegati materiali radioattivi e macchine radiogene. Basti pensare alle apparecchiature mediche per diagnosi e cure o ad alcune apparecchiature di uso industriale o di ricerca, nonché alla produzione di energia nucleare.
- Perchè la radioattività è pericolosa?
Il decadimento radioattivo genera radiazioni ionizzanti, ovvero emissione di fotoni e/o di particelle ad alta energia in grado di ionizzare gli atomi della materia con cui interagisce. Le radiazioni ionizzanti emesse dagli isotopi radioattivi sono (a seconda dei casi): raggi gamma, particelle alfa, particelle beta.
Queste radiazioni, a causa delle loro interazioni con la materia, possono provocare danni alle cellule e ai tessuti degli esseri viventi con possibile insorgenza di patologie tumorali e/o di mutazioni geniche. Gli effetti biologici di tali interazioni possono essere di varia entità, in relazione alla quantità, alla qualità delle radiazioni (gamma, alfa, beta) ed alle modalità di “esposizione”, ovvero irraggiamento esterno o contaminazione interna (a seguito di inalazione o di ingestione). Normalmente, i tessuti del corpo umano hanno un meccanismo di autorigenerazione e sostituzione delle cellule che può compensare anche i danni da radiazione, se questi non sono molto gravi. Per quantificare il danno biologico da radiazione ionizzante nell’organismo è stata introdotta una grandezza radio-protezionistica, l’ “Equivalente di Dose” che ha come unità di misura il Sievert (Sv). - La radioattività naturale è meno dannosa di quella artificiale?
Nell’immaginario collettivo, il danno da radiazioni ionizzanti è associato soprattutto all’attività umana, che ha provocato “artificialmente” eventi catastrofici come esplosioni di bombe atomiche o incidenti nucleari (ad es. Chernobyl e Fukushima) e produce sorgenti e/o rifiuti radioattivi in attività industriali. Invece, ci sono vari campi di impiego delle sorgenti di radiazioni ionizzanti, a scopi industriali, a scopi di ricerca scientifica o a scopi medici (per diagnostica o per terapia). Generalmente, sono proprio le radiazioni medicali che, mediamente, rappresentano la maggior parte della dose da radiazioni artificiali a cui è esposto l’uomo (dalle comuni radiografie a raggi X, alla medicina nucleare, alle terapie tumorali). Inoltre i rifiuti radioattivi prodotti da tutte le suddette attività richiedono specifiche ed adeguate modalità di smaltimento, altrimenti possono rappresentare una grossa fonte di inquinamento per l’ambiente.Anche in natura sono presenti fonti di radiazioni ionizzanti, non meno dannose. Sono esempi di radiazioni “naturali” i raggi cosmici provenienti dallo spazio e i radioisotopi naturali presenti sulla terra, normalmente presenti nel suolo e sottosuolo, nell’acqua e nell’aria (come i radioisotopi delle principali catene/famiglie di decadimento, denominate comunemente serie del Torio, serie dell’Uranio/radio e serie dell’Attinio, tra cui i noti isotopi Uranio-238, Radio-226 e Radon-222). Anche i tessuti del corpo umano contengono “naturalmente” una certa quantità di isotopi radioattivi, tra cui il Carbonio-14 (C-14) e il Potassio-40 (K-40), che è il principale responsabile del nostro fondo radioattivo.
Considerando tutte le fonti radioattive, comprese quelle che comportano significative concentrazioni di radioattività naturale (con emissioni gamma, alfa e/o beta), le evidenze scientifiche mostrano che le radiazioni ionizzanti di una certa entità possono essere comunque pericolose per la salute: infatti le varie tipologie di radiazioni ionizzanti (anche in termini di “qualità”, a seconda se trattasi di emettitori gamma, alfa o beta) possono indurre dosi rilevanti nell’uomo (e negli esseri viventi in generale) con conseguente danno più o meno grave in relazione proprio alla qualità, all’energia e alla “attività” [Bq] delle radiazioni, nonché alla fisiologia dei tessuti esposti, nei quali possono anche penetrare ed accumularsi diversi radionuclidi (radiotossicità).
Tenendo conto del rischio da esposizione alle radiazioni ionizzanti, la normativa di riferimento fissa specifici limiti, regole e adempimenti necessari, da rispettare, al fine di garantire la radioprotezione della popolazione, dei lavoratori e dell’ambiente.
ARPAB effettua il monitoraggio della radioattività ambientale sul territorio regionale (Rete Regionale) e, con maggiore dettaglio, nella zona interessata dal potenziale impatto ambientale dell’ITREC di Rotondella (Rete Locale ARPAB per ITREC). A tale scopo vengono analizzati campioni di terreno, sedimenti, acqua, aria, fallout e alcuni alimenti come latte, mitili, frutta, vegetali, ortaggi e foraggio.
Inoltre ARPAB, nell’ambito dei propri compiti istituzionali, svolge le seguenti attività:
- fornisce supporto tecnico alle Amministrazioni competenti e all’Autorità Giudiziaria per indagini radiometriche o per monitoraggi straordinari, su richiesta;
- fornisce supporto tecnico consultivo alle Autorità competenti per le autorizzazioni di particolari attività o siti industriali a potenziale impatto ambientale (AIA, VIA, PAUR, etc.) riguardo al rischio di contaminazione radioattiva dell’ambiente o di esposizione della popolazione, effettuando i necessari controlli documentali previsti ed eventuali verifiche a campione sugli autocontrolli prescritti agli Esercenti;
- fornisce pareri e supporto tecnico alle Autorità competenti per i nulla osta all’ impiego di sorgenti di radiazioni ionizzanti sia a scopo industriale che a scopo sanitario;
- effettua controlli sulle pratiche di detenzione, impiego, trasporto e smaltimento delle sorgenti di radiazioni ionizzanti, essendo, l’Agenzia regionale, tra gli organi territoriali destinatari delle comunicazioni obbligatorie di dette pratiche;
- fornisce supporto tecnico alle Prefetture di Potenza e di Matera per la pianificazione, la gestione e i controlli delle emergenze radiologiche e nucleari;
- fornisce supporto tecnico (consultivo e operativo) all’Organo di Vigilanza nazionale ISIN, sia per il sito nucleare ITREC sia per i siti di interesse nazionale, anche per le attività radiometriche di monitoraggio e controllo (indipendenti, rispetto a quelle spettanti all’Esercente).
Infine, l’ARPAB effettua misure e monitoraggi della concentrazione di radon indoor, ad oggi soprattutto negli edifici scolastici, e mappature del rischio radon sul territorio lucano.