Cos’è il polline?

Il polline rappresenta il gametofito maschile delle Spermatofite, cioè degli organismi vegetali più evoluti che hanno sviluppato la capacità di produrre semi (Angiosperme e Gimnosperme).
Nel ciclo vitale di tutti gli organismi con riproduzione sessuata è presente un’alternanza di fase nucleare: nella fase aploide le cellule hanno corredo cromosomico n e nella fase diploide le cellule hanno corredo cromosomico 2n.

granuli di polvere

Angiosperme e Gimnosperme

sacche polliniche e antera

Il polline rappresenta il gametofito maschile delle Spermatofite, cioè degli organismi vegetali più evoluti che hanno sviluppato la capacità di produrre semi (Angiosperme e Gimnosperme).
Nel ciclo vitale di tutti gli organismi con riproduzione sessuata è presente un’alternanza di fase nucleare: nella fase aploide le cellule hanno corredo cromosomico n e nella fase diploide le cellule hanno corredo cromosomico 2n.

Processo di impollinazione

L’impollinazione è il trasporto del polline dall’antera allo stimma nel fiore delle Angiosperme o dalla sacca pollinica al micropilo degli ovuli nei coni femminili delle Gimnosperme. Essa può avvenire con varie modalità e, in base ai fattori che sono implicati nel trasporto del polline, si distinguono i seguenti tipi di impollinazione: anemogama, idrogama, zoogama. La prima è quella dipendente dal vento, la seconda dall’acqua e la terza dagli animali, in particolare si dice entomogama quella che avviene grazie agli insetti.

granuli di specie diverse

Caratteristiche strutturali e morfologiche

Il granulo pollinico è un’unità cellulare, costituita da uno strato di rivestimento e dal citoplasma, contenente il nucleo e gli organuli, e da cui trae origine il tubetto pollinico durante il processo di fecondazione dell’ovulo.
Ai fini del riconoscimento palinologico al microscopio, quello che è rilevante sono le dimensioni, la polarità, la forma e le caratteristiche della superficie esterna del granulo, in particolare la struttura della parete e le aperture. Il termine architettura della parete pollinica è stato proposto da Walcker e Doyle (1976), per includere tutti gli aspetti della morfologia della parete pollinica: la stratificazione, la struttura e le sculturazioni.

Dimensioni: i granuli di polline hanno in media dimensioni intorno ai 30 μm, ma variano dai 5 μm del Myosotis agli oltre 200 μm di alcune conifere.

Diametro maggiore di μm
Classi di dimensione
Esempi
< 10
Molto piccolo
Myosotis alpestre
10 – 20
Piccolo
Parietaria officinalis, Castanea sativa
20 – 30
Medio-piccolo
Quercus sp, Poa pratensis
30 – 40
Medio
Alnus glutinosa
40 – 50
Medio-grandi
Fagus sylvatica
50 – 100
Grandi
Zea mays
> 100
Molto grandi
Conifere

Forma: in genere la forma è sferoidale, fatte salve alcune forme particolari come quella dei pollini di alcune conifere (Pinus, Cedrus, ecc.) dotati di due sacche aerifere. È il rapporto tra asse polare e asse equatoriale che definisce la forma del granulo: se le due lunghezze si equivalgono il granulo è sferico, se l’asse polare è più piccolo il granulo è oblato, se è più grande il granulo si definisce prolato.

granuli pollini 2
raffigurazione struttura pollini

Polarità: il granulo è isopolare quando non c’è differenza tra faccia prossimale (verso il centro della tetrade) e quella distale (all’opposto); è eteropolare se le due facce sono differenti; apolare se non è riconoscibile alcuna polarità.

 

Struttura della parete: il citoplasma del granulo è avvolto, come tutte le cellule, dal plasmalemma e, proseguendo verso l’esterno, dall’intina e dall’esina, che vengono denominate nel loro insieme sporoderma. L’intina ha una composizione simile alla parete cellulare delle cellule vegetali, mentre l’esina è molto resistente in quanto costituita da un complesso di polimeri di carotenoidi, chiamati “sporopollenine”, che sono fra le sostanze più resistenti nel mondo organico; questo spiega la conservazione del polline fossile anche per milioni di anni. L’unico “nemico” delle sporopollenine è l’ossigeno, che ne provoca l’immediata corrosione e distruzione.

sistema polline
granuli pollini 3

Aperture: corrispondono ai punti di uscita del tubetto pollinico e sono distinti in due tipi morfologici:

  • pori di aspetto circolare o leggermente ellittico (il rapporto tra lunghezza e larghezza dell’apertura è < 2)
  •  colpi, lesioni allungate simili ad un solco con le estremità appuntite (il rapporto tra le due dimensioni è > 2)

A seconda delle aperture che presentano, i pollini vengono definiti come: inaperturati (se non hanno né pori né colpi), porati (quando hanno solamente pori), colpati (se presentano solo colpi) e colporati, se presentano aperture composte da un poro ed un colpo.

Anche la disposizione delle aperture può essere fondamentalmente di due tipi:

  • lungo l’asse equatoriale (prefisso zono-)
  •  distribuiti su tutta la superficie del granulo (prefisso panto-).